Premesso che:

L’Agricoltura è stata e continua ad essere per la provincia di Trapani il settore trainante dell’economia, ma è stata quasi sempre trascurata dalle autorità e tormentata da molti problemi contingenti e strutturali;

Sia a livello politico che professionale seguo il settore da molti anni. Negli ultimi mesi ho scelto di non intervenire perché si è visto un certo interesse attorno alle problematiche da parte di “tanti”;

Considerato che attorno a questi mali che affliggono gli agricoltori della provincia di Trapani si sono spesi Ministri, Senatori, Deputati Nazionali, Deputati Regionali, etc.;

Visto che oggi il MALE è (per come ritiene il Capo), il SINDACO che non da l’autorizzazione allo scarico e quindi blocca la distillazione, lo svuotamento delle Cantine e la possibilità di vendemmiare ed ammassare la nuova produzione;

Tuttavia ritengo:

che a tutt’oggi sia i politici che gli organismi professionali non hanno piena consapevolezza dello stato di crisi che il settore attraversa ed i problemi si trascinano di riunione in riunione senza riuscire a concentrare gli sforzi di tutti su obiettivi significativi e apprezzabili.

Quasi sempre si propongono pannicelli caldi che nei migliori casi arrivano dopo molti anni, mentre i problemi di fondo incancreniscono sempre più.

Così come avevo sostenuto nel gennaio 2005 rimangono attuali e da me condivise le proposte fatte dai Sindaci nella riunione dell’Osservatorio del 28 dicembre 2004 dove sono state evidenziate:

“Le Amministrazioni locali, ritengono necessario avviare un percorso comune per contenere l’esasperazione dello stato di crisi che porterebbe gli agricoltori ad avviarsi verso forme diverse di lotta” . Sono altresì condivisibili tutte le proposte che riguardano: ” La necessità di avviare politiche adeguate per un processo di ristrutturazione e di sviluppo ……” .

Infine nel documento viene chiesto con concretezza: ” in prima istanza, che per il settore vitivinicolo venga dichiarato lo stato di crisi del mercato, attivando tutte le procedure di cui agli artt. 5 e 6 del D.L. n. 102 del 29/6/2004 tramite la delimitazione dell’area vitivinicola fortemente danneggiata da vari eventi dannosi usufruendo della deroga di trenta giorni oltre i sessanta già trascorsi dall’ultima vendemmia”.

Sig. Sindaco, come Lei sa, il sottoscritto è da un anno che ribadisce con forza (senza esserci riuscito) che per avere la provincia di Trapani riconosciuto lo stato di crisi del settore vitivinicolo è necessario produrre la giusta documentazione da parte degli uffici preposti e poi tramite la Prefettura trasmettere la richiesta alla Regione Siciliana.

Sig. SINDACO, Sig. PREFETTO, L’Assessore Leontini sa come si procede. l’Ortofrutta siciliana ha ottenuto le agevolazioni per lo Stato di crisi di mercato dopo che le prefetture siciliane hanno trasmesso le relazioni prodotte dagli Ispettorati Provinciali dell’Agricoltura.

Non si possono prendere in giro gli agricoltori della provincia di Trapani come si sta facendo in questi giorni facendo presentare le richieste delle eventuali agevolazioni per lo stato di crisi che interessa solo quelle aziende anche della provincia di Trapani ma che hanno superfici interessate in maniera significativa all’ortofrutta ( serre, melone etc.) e no quelle tantissime che sono interessate alla viticoltura da vino.

Il MINISTRO ALEMANNO è venuto a bacchettare la Regione Siciliana perché non ha saputo spendere i miliardi a favore delle aziende che hanno subito danni nel 2002.

Dove sono i soldi? Perché la Provincia di Palermo ha pagato tante pratiche per la siccità del 2002 e Trapani ha pagato solo 400.000.000 delle vecchie lire contro i 40 miliardi di danni accertati.

Forse non si è capito che la corda si sta tirando troppo e quindi SIG. SINDACO, SIG. PREFETTO

La Provincia di Trapani quindi:

– Ottiene quasi nulla nella ripartizione delle somme vedi fondi siccità 2002;

– Non si sforza di attivare le procedure per la dichiarazione dello stato di crisi.

– Come sarà possibile programmare il futuro non riuscendo a dare un minimo dicertezza a risposte che dovrebbero essere di ordinaria amministrazione? Già quest’anno diversi agricoltori non hanno voluto effettuare la semina del grano in quanto l’eventuale ricavo non copre le spese.

I prezzi crescono e le famiglie non arrivano a fine mese per cui comprano meno.

Su un euro speso dalla massaia, 0,48 vanno al commerciante, 0,30 a chi confeziona e trasporta e soltanto 0,22 all’agricoltore. Non bastano neppure per sostenere le spese di produzione.

La crisi strozza le imprese agricole, dovuta in parte agli accordi del nostro governo con i paesi emergenti in Asia e Nord Africa.

In Italia arrivano e si commercializzano nelle grandi catene prodotti di cui spesso si sconoscono i criteri produttivi: formaggi e vino dal Giappone, pomodori, arance e mandarini dalla Cina, dall’Argentina, dal Venezuela e dal Marocco, uva dal Cile e dall’Africa, mele dalla repubblica Ceca e dalla Cina, patate dalla Polonia, olive e olio dalla Tunisia, dall’Algeria, dal Libano e dal Marocco, nocciole dalla Turchia, latte dalla Polonia, dalla Slovenia e dalla Svezia, etc.

Ai grossi problemi del comparto si aggiunge quello delle imitazioni.

L’agropirateria, sottolinea la C.I.A., rappresenta una vera e propria piaga che sottrae ogni anno al solo agroalimentare italiano circa 2 miliardi di euro. Ora l’UE pensa a misure drastiche per arginare il fenomeno dilagante e frenare gli scippi extra nazionali.

Il mercato agro-alimentare italiano è diventato terra di conquista, mentre i nostri produttori fanno i conti con prezzi stracciati e redditi dimezzati.

Sig. Sindaco, i politici trapanesi debbono essere sollecitati a portare avanti un progetto comune in ogni sede idonea per fare uscire l’agricoltura della provincia dallo stato di crisi che l’attraversa e prima che l’ordine pubblico nelle campagne può essere messo in discussione da forme di violenza.

Trapani, lì 27 giugno 2005

Cordialmente
Giuseppe Pellegrino

Destinatari
Sig. Sindaco del comune di Trapani Avv. Girolamo Fazio
nella qualità di Presidente dell’Osservatorio provinciale dei Sindaci sui problemi dell’Agricoltura
S.E. il Prefetto di Trapani Dr. Giovanni Finazzo

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