In considerazione del fatto che a breve è stato programmato un nuovo incontro dei Sindaci della provincia di Trapani con il Presidente della Regione siciliana sui problemi dell’agricoltura, mi rivolgo ancora una volta al Sindaco di Trapani, nella qualità di Presidente dell’osservatorio provinciale dei Sindaci sui problemi dell’agricoltura, al fine di portare a Sua conoscenza la rabbia e il malessere che serpeggia nelle campagne e che nei prossimi mesi potrebbe sfociare in azioni clamorose se il governo non interviene in modo radicale. Occorrono interventi immediati per il rilancio della competitività del sistema agri-colo siciliano, considerato che:

– I produttori di grano duro sono ormai al collasso e si assiste con rassegnazione all’abbandono generalizzato dei terreni destinati alla cerealicoltura, poiché il prodotto si vende a circa euro 10,00 al q.le mentre 20 anni fa era intorno ai 25,00 euro, poiché non si è posto alcun argine alla crescita dell’importazione dai paesi extracomunitari come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e persino il Kazakistan, senza tenere conto che in mancanza del grano duro siciliano anche il “made in Italy” subirà un grave contraccolpo;

– Nel comparto vitivinicolo gli agricoltori temono di dovere lasciare l’uva sui tralci in quanto a poche settimane dalla vendemmia diverse cantine sociali hanno parte del vino invenduto ed hanno poco spazio per la produzione 2005.
Inoltre, il prezzo delle uve pregiate a mercato libero che nel 2003 era di circa euro 100 al q.le è sceso a euro 40,00, si è cioè più che dimezzato, non riuscendo a coprire nemmeno i costi di produzione, mentre per il catarratto si parla di 20 euro e per il nero d’Avola di 30 euro al q.le.
Sebbene negli ultimi anni in Sicilia siano stati fatti notevoli investimenti nella riconversione degli impianti, nell’ammodernamento delle strutture, specie per l’imbottigliamento del vino, e si è avuto un notevole miglioramento nella qualità del prodotto mediante l’irrigazione di soccorso, un equilibrato numero di grappoli a pianta, la pratica della potatura verde, il numero di ceppi per ettaro, esiste un forte rischio che perdurando lo stato di crisi attuale ancora per qualche anno ci si avvia anche all’abbandono graduale dei vigneti. Si noti, inoltre, che mentre il prezzo del grano e dell’uva si è più che dimezzato, quello pagato dal consumatore per il pane o per il vino imbottigliato è aumentato.
– La crisi di mercato ha investito anche l’ortofrutta: infatti la frutta estiva, specialmente la maggior parte dei meloni, stanno per rimanere invenduti o acquistati a prezzi che non coprono le spese di produzione.
– La gravità della situazione è tale che il pregresso vantato da anni dagli agricoltori dalla Regione siciliana, come quello della siccità 2002 o i contributi per gli impianti già realizzati, può alleviare il momentaneo stato di difficoltà ma non risolve il problema di fondo.

In conclusione, intendo denunciare con forza, per la profonda conoscenza che ho del settore, che il mondo della produzione agricola oggi è in ginocchio, in quanto:

– Mortificato da prezzi all’origine incapaci non solo di remunerare lavoro e capitali investiti, ma anche di far recuperare i costi di produzione;
– Vessato da acquirenti che fanno “cartello” e incapace di competere e di mantenere le quote di mercato storiche.

L’intero settore agricolo è stato travolto dalle difficoltà di mercato e purtroppo la gravità del problema continua a non essere pienamente percepito e compreso dai governi regionali, nazionale e dalla maggior parte delle istituzioni elettive.

Trapani, li 17 Agosto 2005
Cordialmente
Giuseppe Pellegrino

Destinatari

Sindaco di Trapani Avv. Girolamo Fazio (nella qualità diPresidente dell’Osservatori o provinciale dei Sindaci sui problemi dell’agricoltura)

e p.c.
S.E. il Prefetto di Trapani (Dr. Giovanni Finazzo)

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